Mass media: l’imbroglio del potere

MASSMEDIA_intTelevisioni, Giornali, Internet e Radio ci ripetono sempre le stesse informazioni, gli stessi scandali e tengo- no l’attenzione sempre sulle stesse notizie che fanno “vendere”. Ci distraggono continuamente per impedirci di interessarci alle grandi decisioni prese da un ristretto gruppo elitario politico ed economico che manovra le sorti di interi popoli.

Noi vogliamo parlare d’altro. Vogliamo che l’attenzione dei cittadini si desti su problemi più alti dell’ennesimo scandalo berlusconiano, della partita di campionato o del malumore di potenti ascoltati per telefono da altri potenti. Basta! Il popolo ha altri più urgenti problemi!

Ci drogano con veline, spettacoli, attori e commedianti. L’urgenza oggi è invece il lavoro, l’istruzione, la guerra che affama interi paesi e che, seppur non armata, vediamo anche noi italiani quando è ostacolato l’aiutarsi sul posto di lavoro, l’organizzarsi in gruppi d’acquisto, in realtà comunitarie che non rispondono a ideologie di potere o quando ognuno prova ad avanzare una proposta nuova. Ci pongono invece problemi, frutto di crisi dello stesso sistema voluto dal potere, così che, questo stesso potere, ci possa poi offrire le sue soluzioni come le uniche possibili, a scapito dei diritti ottenuti in anni di lotta civile.

In un mondo in cui vogliono farci credere che l’obiettivo del nuovo secolo sia che tutte le persone possa- no collegarsi ad internet, diciamo che lo scopo è, invece, lo scardinamento di questo sistema ingiusto e diseguale. Basta oggi un titolo di giornale, una notizia di apertura di un telegiornale, una voce sparsa su in- ternet per far parlare milioni di persone per giorni e giorni del nulla mediatico che ci circonda. Notizie fatte con linguaggi infantili per tenere il pubblico schiacciato verso il basso, facendoci credere che è giusto esse- re compiacenti della mediocrità.

Ci addolora l’uccisione di due giornalisti francesi in Mali e, contemporaneamente, ci chiediamo: di quella guerra portata avanti dalle forza armate francesi che cosa sappiamo? Quali sono le reali cause di quell’intervento unilaterale? E, allo stesso tempo, cosa è successo in quei Paesi “liberati” dalle armi occidentali quali la Libia, l’Iraq, l’Afghanistan? Come vivono oggi questi popoli? Cosa succede in Siria dopo che le superpotenze si sono messe d’accordo? Cosa accade a Fukushima? Com’è ridotta la Cecenia?

Non possiamo più lasciare che i monitor di televisioni e computer ci appiattiscano nel giudizio e nell’attenzione all’altro che vicino a me lavora e vive. Se capissimo realmente la situazione nei paesi di pro- venienza dei migranti africani quanto migliore sarebbe la nostra accoglienza e condivisione! Per questo Pane Pace Lavoro invita innanzitutto all’ascolto, al dialogo, all’incontrarsi. Siamo, infatti, certi che la vera politica sia una forma alta di cultura e si faccia, soprattutto, nei nostri ambienti quotidiani.

Pane Pace Lavoro 9 novembre 2013

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