Su invito dell’Associazione “Pane Pace Lavoro”, davanti a un’assemblea numerosa e partecipe, ieri alle 19,00 presso la sala Tricolore dell’Hotel Astoria, presentato da Marco Romani, Giorgio Fornoni, fotografo e giornalista free lance noto anche per la sua collaborazione con la trasmissione di Milena Gabanelli “Report”, ha presentato alcuni suoi reportage sul tema “Disastri umani”.
Scopo dell’iniziativa di “Pane Pace Lavoro” è stato richiamare, con documenti drammatici e circostanziati, la conoscenza e la coscienza della devastante azione che tante società multinazionali attuano calpestando i diritti umani di intere popolazioni e rovinando, spesso irrimediabilmente, l’equilibrio ambientale di intere regioni per il conseguimento del profitto economico e finanziario nel mercato delle risorse energetiche in particolare.
Fornoni ha esordito denunciando alcuni reality che, costruiti ad arte e trasmessi in televisione, non rappresentano affatto la realtà, mentre si tace, per esempio, delle conseguenze dell’esplosione della piattaforma della BP davanti alle coste della Louisiana, che ha vomitato circa 5 milioni di barili di petrolio che hanno rovinato l’economia locale basata sulla pesca o dell’Africa, dove ancor oggi vengono uccise persone, con la collusione delle autorità locali, che si oppongono alla violenza che sta dietro lo sfruttamento delle risorse petrolifere da parte di grandi imprese, anche a capitale italiano. Nel sub Sahara si incendiano i gas non utilizzati, rendendo invivibili vasti territori, nei quali le imprese avevano promesso ricadute economiche vantaggiose per i residenti, che si trovano, invece, costretti ad abbandonare le loro case. L’estrazione dei diamanti in Sudafrica genera scarti che, rilasciati in mare, distruggono la vita in ampie aree.
Nel Mare di Barens e a Vladivostok, per passare alla Russia, giacciono inerti nell’acqua 183 sommergibili nucleari e decine di navi a propulsione atomica che nessuno sa come smantellare e di cui non si sa il livello di inquinamento prodotto e ci sono 20.000 tonnellate di armi chimiche che mancano all’appello e nessuno sa, o nessuno dice dove si trovino.
In Amazzonia si continuano a distruggere foreste, il Polo Nord si sta disgregando a causa dello sfruttamento petrolifero: questo e, purtroppo, tanto altro, si attua con enorme dispendio di energie e risorse in nome del progresso.
I video di Fornoni hanno portato un messaggio che viene dall’astronomia, che continuamente richiama la nostra condizione non di padroni, ma di ospiti del creato, la cui vita deve essere sempre rispettata per il mistero che esprime.
Altre immagini hanno documentato le violazioni dei diritti umani in Cina, Angola, Afghanistan, Equador, Kurdistan. In Congo, con un “furto di Stato”, lo stato priva, nonostante le ricchezze minerarie presenti, i propri cittadini dei più elementari diritti giuridici ed economici: tutto accade davanti alle forze ONU presenti nel Paese dagli inizi degli anni ’90, senza però svolgere alcun ruolo.
Anche la terribile realtà della pena di morte è stata oggetto dell’appassionata attività documentaria di Fornoni, con particolare attenzione all’Iran, alla Cina e agli Stati Uniti.
Un video è stato dedicato ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata a causa del suo lavoro di documentazione delle violenze e delle ingiustizie inferte al popolo ceceno.
Gregory Pomeranz, sopravvissuto ai gulag sovietici, ha testimoniato la propria esperienza, raccolta da Fornoni, per dire che il male è sentito quando si presenta sulla soglia di casa, ma è ignorato su scala più grande. Occorre cultura e un cuore aperto, compito primario dell’educazione, per rendersi conto della realtà del male e agire per combatterla con l’attenzione e la passione per l’altro.
Marco Romani ha confermato, ringraziando Fornoni, l’impegno del PPL per rendere concreta e attuale una società più umana, a partire da ognuno noi e dal modo col quale vive la realtà e al società.
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