Attesa di pace

PPL_24DIC2016.inddAnche quest’anno Pane Pace Lavoro organizza, la vigilia del giorno di Natale, un corteo per denunciare l’assenza di pace che sconvolge la terra.
Dopo cinque anni di conflitti, in Siria sono migliaia le persone oppresse da stragi e bombardamenti. Che cosa sta all’origine di questa guerra? Chi sono i veri attori di questo conflitto?
Questa terribile tragedia non permette di accontentarci di cercare le ragioni dell’una e dell’altra parte in conflitto, abdicando all’intelligenza e fermandoci agli schemi proposti dai mezzi di informazione. Siamo certi, infatti, che fino a quando non cambierà la logica con cui si guarda ai conflitti, non vi siano ragioni valide, ma vi saranno sempre e solo vittime. Davanti alla tragedia umana che si svolge in Siria, dobbiamo essere in grado di guardare la realtà da una prospettiva più alta di quanto l’apparenza e la violenza del potere ci propongano.

Dobbiamo ammettere che, complici i servizi di informazione al soldo degli interessi del potente di turno, poco si conosce del conflitto siriano. Una cosa però è molto chiara: alle spalle di questo massacro vi sono gli interessi dei potenti, ovvero Stati Uniti e Russia.
Gli Stati Uniti, negli ultimi 20 anni, hanno deciso di sostenere molte azioni di destabilizzazione dei governi mediterranei e del Medio Oriente. In Siria, si sono scontrati con l’interesse della Russia che proprio in quel Pese custodisce un porto di interesse strategico. Le due super potenze si sono così schierate a sostegno dell’una e dell’altra parte di una vera e propria guerra civile. Hanno portato armamenti, hanno giustificato ogni violenza, perfino quella dell’estremismo del sedicente stato islamico, facendolo durare fino ad oggi a costo di migliaia di vittime. Nessuno dei due potenti si è fermato di fronte ai massacri, di cui più dei combattenti è vittima la popolazione siriana.

Ciò che non si può negare è la realtà di una guerra di potenti, fatta per alimentare e spartirsi il loro potere e mascherata come una guerra giusta ed inevitabile, per la pace e la giustizia. I potenti, infatti, guardano alla pace, alla giustizia ed alla vita della gente quando è nell’interesse del loro potere. L’importante per loro sono denaro, guadagno, convenienza. Il denaro è il vero motore della politica internazionale. Per la politica da mezzo ne è diventato il fine.

Anche i nostri governanti italiani non vogliono guardare alle vere ragioni dei conflitti. Chiudono gli occhi. Preferiscono continuare a vendere armi e a non disturbare troppo i ricchi e potenti belligeranti. S’indignano davanti ai massacri, si battono il petto ma permangono nell’ignoranza o nell’indifferenza. Si limitano a proporre strategie per arginare la crisi che porta un’umanità dolente fino ai nostri confini, mentre per risolvere situazioni così gravi bisognerebbe avere il coraggio di affrontare la cause del conflitto. Se non c’è spazio per l’umanità e per la politica, vince la guerra e con essa i massacri.

Se davanti alla tragedia, a ben guardare, anche noi, rimanessimo in silenzio, anche noi saremmo colpevoli, poiché daremmo zero valore alla vita di quegli uomini offesi, feriti, massacrati. Nella nostra tranquillità e nella nostra pretesa di illimitata dilatazione di noi stessi, in modo infantile crediamo che tutta questa violenza ci preservi dal pericolo di quella povertà la cui minaccia tanto ci ossessiona.

Sono necessari invece il coraggio, la forza e l’unità capaci di opporsi e denunciare ogni violenza. Occorre che la nostra vita sia già essa stessa (in ogni azione, in ogni parola, in ogni scelta) un giudizio chiaro di appartenenza, di scelta e di adesione. Un giudizio che sia costruttivo, carico di speranza sulla realtà e sulla società, come lo fu la vita di quell’Uomo la cui nascita ci apprestiamo a ricordare.

Pane Pace Lavoro 24.12.2016


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