FAME DI GIUSTIZIA

Non possiamo negare che ogni giorno che passa ci troviamo ad essere sempre più preoccupati per la deriva che la nostra società italiana, europea e mondiale sta prendendo. La fortissima crescita delle destre non è solamente un dato elettorale dovuto ad allettanti promesse, ma il sintomo di una mentalità che sta cambiando, il sintomo di una società che si chiude nel proprio individualismo. Questo è quello che ci preoccupa e questo è quello che Pane Pace Lavoro vuole combattere.

La mentalità di ciascuno di noi è stata piano piano cambiata da quella che riteniamo essere una dittatura silenziosa, che ha trovato la sua arma più incisiva nel lento modificare le coscienze.

Ci ritroviamo oggi a vivere in una società che ha fatto del guadagno e dell’interesse personale il suo più alto valore. La sete di guadagno è diventata il motore, il giudizio e la morale di ogni azione e decisione che quotidianamente facciamo e prendiamo.

Basta guardare, ad esempio, a cosa si intende oggi per lavoro, per capire che questo è stato ridotto all’impiego per il salario, togliendo ad esso tutta quella sostanza di mezzo con cui ciascuno collabora alla società e la trasforma. Un uomo “arrivato” è infatti oggi una persona che percepisce uno stipendio alto, non una persona che collabora alla società, così si guarda con invidia all’imprenditore (che magari sfrutta i suoi operai) piuttosto che al professore, perché quest’ultimo potrà anche essere bravissimo, ma non raggiungerà mai un salario invidiabile. Poco importa se il ruolo che ricopre nella società è forse uno dei fondamentali.

Le guerre che oggi insanguinano il mondo sono anch’esse un chiaro sintomo di questa sete di guadagno che guida le azioni dei nostri governi. Dove c’è il petrolio nessuno vive in pace, come sanno bene i cittadini del Venezuela, dell’Africa e di tutto il Medio Oriente. Dove ci sono interessi economici molto grandi l’uomo passa in secondo piano, la sofferenza di una persona è diventata giustificabile in virtù di un profitto.

E in ultimo, come non ricordare il dramma di chi è costretto a scappare dalle proprie terre, anche se i nostri ministri negano, mentendo e sapendo di mentire, che all’origine delle migrazioni ci sia l’egoismo, l’individualismo e l’ingordigia dei paesi industrializzati. Quello che spaventa dei migranti non è che arrivino da altri paesi, ma che siano poveri, che non rappresentino un immediato guadagno. Nessuno infatti si immaginerebbe mai un’azione del governo che miri ad espellere il ricco attore americano di turno, venuto in Italia per comprare la villa sul lago di Como, eppure anche lui è un extracomunitario.

Fino a quando il valore della persona continuerà ad essere ridotto alle sue capacità economiche, si aggiungerà pietra su pietra su una base ingiusta, fomentando così l’ingiustizia in tutti i campi della società.

All’alba della campagna elettorale che ci porterà a votare il 26 maggio prossimo, Pane Pace Lavoro invita tutti a non cedere alle lusinghe di quei partiti che hanno fatto della chiusura e dell’individualismo la loro bandiera e a unirsi in questa lotta, perché il mondo è pieno di persone che desiderano la libertà.

PANE PACE LAVORO

20 aprile 2019

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