La povertà materiale è una delle maggiori ingiustizie della terra. Essa sta immiserendo il diritto alla salute, all’educazione, alla libertà; sta degradando la civiltà, sta prostrando due terzi dei popoli della terra.
Non meno grave è l’indifferenza davanti alla sofferenza che essa sta diffondendo.
Perché denunciamo tale ingiustizia, noi occidentali ancora tranquilli nelle nostre “piccole” speranze? Quale è la giustizia per la povera gente? Oppure, che è la stessa cosa: qual è la verità delle cose?
La verità è che il denaro non ha più a che fare con il lavoro umano ma è soltanto lo strumento depravato e brutale della grande finanza al servizio dei “principi” di questo mondo.
La politica si è convertita in un grande affare alimentato dall’industria della guerra.
Il lavoro umano (sia imprenditoriale che dipendente), impegno di libertà per cui dovrebbe valere la pena l’esistenza che ci è data da vivere, decade dalla sua nobiltà, è calpestato e negato. Il lavoro di quelli a cui resta -la cui ricchezza è nel destino di energia dedicata a un progetto comune di cui si è coscienti- è sempre più umiliato, reso vile e servile e venduto agli interessi del potere lanciato nella sua fame d’oro.
Il denaro nasconde le guerre che per esso si stanno combattendo, cela i traffici di “schiavi” avviliti, occulta i commerci di armi sempre più sofisticate e distruttive, uccide le economie e le risorse della natura.
Noi uomini, tutti, sempre più offesi dalla barbarie e dalla cupidigia di pochi, non possiamo e non dobbiamo rinunciare all’intenzione di ricercare un altro metro di misura della ricchezza che non sia l’accumulare degli uni a danno degli altri.
Vogliamo poter dire che una ricchezza umana più vera è quella di una giusta distribuzione anziché quella dell’accumulazione; la giusta distribuzione sarebbe la possibilità per tutti di condividere della natura, dei fagioli, del grano, del ferro, dell’acqua, dell’aria che respiriamo, del petrolio, della terra stessa e del nostro stesso lavoro, la nostra inventiva e forza per la costruzione del bene comune.
Vogliamo poter fermare la sacra fame dell’oro per colmare con il lavoro di tutti la nostra vera fame, che è fame materiale ma è anche tempo, energia, sacrificio, cultura e passione per l’unica nostra terrena esistenza.
Vogliamo lottare insieme per ritrovare un giusto modo di vivere nella pace e nella fraternità che costruiscono la giustizia.
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