Il popolo relegato margini della storia

Gli accadimenti politici italiani che nelle ultime settimane hanno portato alla caduta del Governo Letta hanno stravolto la scena politica solamente nella forma e non nella sostanza.

C’è stato un momento, qualche anno fa, in cui Renzi (che oggi si prepara ad entrare a Palazzo Chigi forse mosso più da una “smisurata ambizione” personale – come lui stesso l’ha definita – che da una reale preoccupazione per il nostro Paese) aveva illuso gli italiani di voler cambiare non solo la forma, ma anche la sostanza della politica italiana. Oggi quello stesso uomo dimostra di essere parte del medesimo sistema, che tende ad escludere per dominare.

I motivi della situazione nella quale ci troviamo oggi vanno ricercati molto più a monte rispetto alla crisi interna all’attuale Partito Democratico ed allo stesso tempo sono molto più gravi di essa, perché ad essere degenerata non è l’idea di un manipolo di persone, ma quella dell’intero sistema politico ed economico che oggi governa. tanto nel nostro paese quanto nel resto del mondo.

Si tratta di un problema politico generato anzitutto da una visione economico-capitalista del mondo, entro la quale l’esclusione è il mezzo con il quale prendere e conservare il potere ed è perciò tra le prime preoccupazioni dell’azione legislativa. Riprova lampante ne sia la nuova legge elettorale che ci hanno prospettato come risolutiva per la governabilità dell’Italia e che altro non fa che rigenerare la sostanza escludente del Porcellum. Per continuare ad esistere nonostante il naturale avvicendamento dei personaggi politici, l’ordine esistente deve continuare mantenere esclusi coloro che sono esclusi ed al medesimo tempo a crearne sempre di nuovi. Non si tratta però di escludere solamente partiti e gruppi parlamentari, il sistema che oggi ci governa va ben più alla radice e ad essere escluso dalla società è sempre più il popolo, costituito da tutte quelle persone che umilmente lavorano e lottano giorno dopo giorno, quello stesso popolo che dovrebbe essere servito dai politici e non dominato.

Quindi, poiché non si può sperare che un sistema politico che nasce e si basa sull’esclusione possa contemplare l’inclusione sociale, la lotta che Pane Pace Lavoro intende portare avanti, in tutti gli ambiti ed a tutti i livelli, sarà quella tesa a scardinare questo attuale sistema politico che ci vuole relegati ai margini della storia. Essere “ai margini della storia” significa propriamente essere esclusi dalla società, non si tratta di essere “ai margini della società”, ma essere privati dell’appartenenza viva a questa, privati della possibilità di agire in essa ed esclusi dalla possibilità di partecipazione.

Non si tratta perciò di “ridare voce a qualcuno”, ma di agire per includere di nuovo gli esclusi; fino a quando le istituzioni non collaboreranno a questo, chiunque guiderà il Governo non farà altro che perpetrare l’attuale ingiustizia.

 

Pane Pace Lavoro, 19 febbraio 2014

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