Il fatto che nelle mid term elections americane sia alla Camera sia al Senato abbia vinto un partito che non è quello del Presidente viene salutato come una specie di catastrofe. Certo, rende più difficile la vita a Barack Obama, e come tale può dispiacere a coloro (me compreso) che di Obama sono piuttosto simpatizzanti. Ovviamente fa piacere a chi sta dall’altra parte. C’est la vie. Non è, invece, accettabile il punto di vista di chi ritiene che il potere esecutivo e quello legislativo debbano stare nelle stesse mani. Questo era il punto di vista di Napoleone, per citare un dittatore ancora relativamente rispettabile (almeno in confronto a quello che abbiamo visto poi). Non era quello dei rispettabili cittadini che non molti anni prima, la testa piena di Montesquieu, avevano dato agli Stati Uniti la loro prima (e per il momento ancora ultima) Costituzione. Un presidente che deve governare avendo di fronte un parlamento di colore diverso dal suo non è un handicappato (un’anitra zoppa, a lame duck): è la prova vivente che è il capo di una democrazia liberale e non il dittatore dello stato non libero di Bananas. Certo, nulla vieta che il Congresso possa avere, se capita, lo stesso colore del Presidente, ed è evidente che questo possa anche rendere il lavoro più facile, ma la previsione costituzionale ha senso proprio in quanto contempla l’eventualità che tale coincidenza ci possa non essere: altrimenti che senso avrebbe parlare di equilibrio dei poteri?
Ovviamente questo non potrebbe accadere in un paese nel quale (è un’ipotesi di scuola, qualsiasi riferimento a paesi esistenti sarebbe da considerarsi come puramente casuale) il meccanismo di selezione del potere fosse congegnato in modo tale che legislativo ed esecutivo debbano necessariamente coincidere. Non pensate subito male; le intenzioni possono anche essere buone. Solo che un regime del genere non sarebbe né democratico né liberale: tutt’al più plebiscitario. Questo è già un rischio implicito nella democrazie cosiddette parlamentari, ossia quelle nelle quali il governo deve necessariamente essere espressione di una maggioranza parlamentare. Diventa un mostro quando il rapporto si inverte (ossia non è la maggioranza parlamentare che esprime il governo ma l’eletto per governare che si tira dietro la maggioranza) e diventa addirittura un mostro al quadrato quando il tutto viene congegnato in modo che la maggioranza non è nemmeno necessaria. Diamo troppa importanza a queste piccolezze? Per carità. Hitler, Stalin e anche parecchi altri prima e dopo di loro riuscirono benissimo a governare (prescindiamo dal giudizio sulla qualità della loro azione di governo) senza tante complicazioni accademiche. Non sembra per altro che l’indice di soddisfazione sia stato molto alto, anche senza tener conto di tutti i morti che ovviamente non si sono potuti consultare. (a.g.)
Obama ha portato molte noviti negli USA e son d’accordo con te nel dire che è uno dei migliori. purtrroppo sta pagando pure lui il prezzo alto di questa crisi lavorativa che porta un disprezzo verso la classe politica qualunque essa sia