Milano fa Cin Cin all’Expo

È ormai opinione generale che il Comune di Milano, procrastinando il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama in seguito alla minaccia espressa dal console cinese di boicottaggio dell’Expo, ci abbia fatto una di quelle figure che nella Città Eterna chiamano “da perecottaro”. Per i non milanesi varrà la pena di precisare che non si trattava di una semplice proposta, ma di una decisione già approvata dal consiglio comunale, quindi, se prendiamo sul serio la democrazia, dalla città (tranne, suppongo, il suo Quartiere cinese, che è vasto e importante). Personalmente non sono un appassionato delle iniziative di questo tipo (cittadinanze onorarie, lauree honoris causa et similia), che di solito hanno lo scopo di fare pubblicità al conferente piuttosto che di onorare il conferito. Però credo anche  che, prima di prendere una decisione, bisogna rifletterci bene ma, una volta presa, si mantiene. Si potrebbe dire che, più che di una decisione, si sarebbe trattato di un puntiglio. Già. E per la Cina che cos’è? A favore del sindaco Pisapia credo sia giusto dire che non si è trincerato dietro magre scuse ma ha pubblicamente e ufficialmente ammesso che la città si è piegata al ricatto: deboli, sì, ma non ipocriti, il che è meglio che niente. Si potrebbe dire che qualcuno un po’ più scafato avrebbe tirato diritto, giocando sulla probabilità che di qui all’Expo (c’è ancora abbastanza tempo) la Cina avrebbe anche potuto cambiare idea.
Su questo si può discutere, ovviamente. Si dovrebbe però osservare che tutta la faccenda è stata trattata come se la Cina partecipasse all’Expo solo per farci un piacere, mentre mi sembra evidente che, se l’Expo è (come dicono) un’occasione così importante per gli scambi internazionali, l’interesse a partecipare dovrebbe essere almeno altrettanto grande come quello ad esserne l’organizzatore. Dopo tutto proponiamo affari. O chiediamo l’elemosina? Si può argomentare che anche per la Cina rinunciare all’Expo potrebbe essere un danno, e che il governo cinese ne sia consapevole, ma che, essendo in ballo l’onore nazionale, il guadagno passa in seconda linea. Bellissimo! Ma vale solo per loro? (a.g.)

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