In occasione della giornata mondiale contro la pena di morte del 10 ottobre Pane Pace Lavoro ritorna in piazza per ribadire il suo deciso no all’omicidio di stato.
Quale governo può definirsi democratico quando impone metodi di giustizia sommaria e disumani? La legge infatti deve essere superiore al sentimento di vendetta che nasce in chi è colpito; non può invadere e sopprimere la vita e non può definirne il termine. Con la pena di morte lo stato si macchia dello stesso delitto che dovrebbe correggere, anche le statistiche dimostrano che la pena di morte non è un deterrente al crimine.
Pure la nostra “Reggio bene” si compiace di un gemellaggio con Fort Worth città del Texas dove la pena di morte è all’ordine del giorno.
Ancora una volta Pane Pace Lavoro torna sul gemellaggio con una città che ammette l’omicidio di stato per criticarlo in favore di una politica che affermi sempre la difesa della vita. E’ disumana la mobilitazione politica contro la pena di morte solo per averne un profitto mediatico ed elettorale.
Quando pensiamo alla pena di morte, certo non dimentichiamo le vittime innocenti di mostri assassini, non ignoriamo la sete di giustizia di chi resta a rimpiangerle. Ma, allo stesso tempo, non possiamo credere giusto un sistema che si arroga il potere di mettere fine alla vita di un uomo, per quanto crudele egli sia. Non possiamo dire giusto un atto che pone l’ordinamento giuridico allo stesso infimo livello dell’omicida. Non può essere giusto un uomo che condanna a morte un altro uomo: più che la luce della giustizia, su di esso si stende l’ombra della vendetta.
Per questo Pane Pace Lavoro chiede al Sindaco e alla istituzioni del Comune un impegno più efficace per l’abolizione della pena di morte anche nello stato del Texas, anche volesse dire la sospensione del gemellaggio.
Dove non c’è giustizia per tutti e per ognuno, non c’è pace, non c’è pane, non c’è lavoro per costruire una società in cui l’uomo – qualsiasi uomo – possa desiderare un cambiamento vero per sé e per tutti.