In questi giorni i media parlano di elezioni europee, di euro, di finanza, di strategie future. Noi, qui oggi in questa piazza, vogliamo parlare del potere che dilania il nostro continente riproponendo il conflitto tra est ed ovest così da metterci di nuovo l’uno contro l’altro, perché un’ Europa libera e unita non si è mai vista e fa paura a chi, invece, la vuole divisa.
Ma oggi, soprattutto, vogliamo ricordare che in Europa non c’è la premessa alla comunità.
In Europa oggi mancano il pane, la pace ed il lavoro.
In Europa, e alle sue porte, non c’è più pace. Dai nostri telegiornali affiorano poche e confuse notizie su cosa realmente accade in Ucraina, non ci dicono realmente da dove nascono gli scontri e chi li governa, non ci dicono come vive la povera gente. Allo stesso modo sappiamo sempre meno del genocidio in Siria. Il mondo rimane fermo davanti a quest’odio senza fine incapace di muovere una vera via diplomatica ed umanitaria. Crediamo che la guerra alle porte sia causata, come sempre nella storia, dal desiderio dei potenti, dalla brama di altro potere e dall’ossessione di mantenere quello acquisito.
Davanti a questa situazione come è possibile che ancora si voglia arrestare chi disperato da questa situazione arriva in Italia?
In Europa manca il pane. Ci rispondono sempre più spesso: “prima gli italiani, prima il mio clan, prima io”. Questa chiusura è disumana ed ignorante. L’uomo stesso per vivere ha bisogno innanzitutto di rapporti, di un altro che collabori al suo essere, per un certo periodo, su questa terra. L’accoglienza è vita, è lavoro, è comunità. Il Pane di cui parliamo è certamente quello materiale, ma è essenzialmente quello che si moltiplica se messo in comune e condiviso, quello che produce frutto solo se è usato per generare, non come ricatto pauroso.
Ci ribattono che in Europa, e soprattutto in Italia, non c’è lavoro. Il lavoro ci sarebbe, e per tutti. Basterebbe partire non dal denaro, cioè dal mezzo, ma dall’uomo, cioè dal fine, affinché la prospettiva cambi. Chiediamo con forza che le politiche economiche europee siano finalizzate al lavoro e non più alla finanza come invece è stato negli ultimi anni nei quali, dopo averne causato la crisi nel mondo, solo Stati Uniti e Cina si sono arricchiti.
Per questo ci opponiamo all’Europa dei nazionalismi volendone costruire una che sia, già oggi qui, comunità.
Voteremo quindi alle prossime elezioni europee ed amministrative per chi oggi si impegna in ogni istituzione per una società che rimetta la persona al centro della politica.
Pane Pace Lavoro, 10.05.2014
Bravi!