Europa: appello con riserva

Il manifesto che il prof. Piketty e i suoi valorosi 14 colleghi hanno testé pubblicato sul Guardian (in Italia su Repubblica) ha un merito evidente: quello di un appello ai politici e agli elettori a discutere di cose serie invece delle solite banalità che sembrano ormai  essere d’obbligo ogni volta che si parla di Europa. Ciò premesso ed entrando nel merito, le tre proposte ivi contenute hanno consistenza diversa e differenti possibilità di ottenere un minimo di seguito. La prima – quella relativa al fatto che non si può avere una moneta unica senza coordinare le politiche che la influenzano – è puro buonsenso. Non è detto che venga accolta subito con entusiasmo dai 18 paesi di Eurolandia, ma il tipo di risposta che riceverà sarà estremamente istruttivo per comprendere quanto l’unità europea importi veramente a chi dice di volerla. Quindi, ben venga. Comunque vada a finire, almeno avremo smesso di prenderci in giro, e per altro non è nemmeno il caso di essere troppo pessimisti, perché la consistenza del discorso è fin troppo chiara.

La seconda proposta – quella relativa ad una seconda Camera che raggruppi i paesi intenzionati a stabilire rapporti più stretti – sembra meno forte. Ha ovviamente anch’essa un paio di meriti indiscutibili. Il primo è il riconoscimento che in seno alla cosiddetta Unione non tutti mirano alle stesse cose; il secondo è l’affermazione che, se si vuol fare qualcosa di diverso, il sistema di governance attuale basato sul consiglio dei ministri non è lo strumento adatto e non è nemmeno uno strumento democratico. Ineccepibile. Il problema è che dire queste cose è politicamente scorretto.  Che l’Unione europea è una casacca d’Arlecchino è una di quelle cose che non si possono dire. Ci provò una quarantina d’anni fa l’allora primo ministro belga, Tindemans, ma la sua idea di una “Europa a due velocità” fu accolta con indignazione. Chi ci riprova deve proprio esserne convinto, perché nel migliore dei casi lo attende una lotta dura.

Peggio ancora temo andranno le cose con la terza proposta: quella di mettere insieme i debiti dei diversi paesi dell’euro. Personalmente sono abbastanza convinto che prima o poi bisognerà arrivarci, ma sono altrettanto persuaso che tutto ciò non potrà avvenire senza pianto e stridor di denti, perché l’idea che dietro agli entusiasmi per l’unità dell’Europa ci fosse la speranza – se non il fermo proposito – di farne pagare le spese alla Germania è sempre stata una delle convinzioni più radicate nell’opinione pubblica tedesca. Oltre tutto, il fatto che i firmatari dell’appello attuale siano francesi non contribuisce a sviare tale sospetto.

Con tutto ciò, l’appello di Piketty e soci può essere un po’ brutale e ineducato ma non è inopportuno in quanto ci richiama ai problemi veri. Che possa avere un successo immediato non sembra tanto probabile e forse non è nemmeno auspicabile, anche se i tre punti sembrano piuttosto collegati ed è mia opinione che almeno del primo non si possa fare a meno (con tutte le riserve possibili sulla sua fattibilità da solo). Sarebbe però una leggerezza imperdonabile se non se ne facesse argomento per una seria discussione. (a.g.)

1 Comment on "Europa: appello con riserva"

  1. Gli appelli che invocano un cambio di marcia in Europa fioriscono da ogni parte. E’ cosa buona perché dimostra una certa mossa da parte di molti. Credo però che il punto focale l’abbia centrato Raniero La Valle nel denunciare la mancanza di democrazia in Europa. Prima di ogni altra analisi, per quanto puntuale e accorta, c’è da appellarsi alla responsabilità civile di ognuno per pretendere un governo dei popoli invece che sui popoli sempre più resi in ginocchio dalla finanza. Finchè a comandare in Europa saranno i governi delle nazioni più forti, interamente gestiti dai dictat dei mercati, la COMUNITA’ non ha spazio perché sono esclusi tutti coloro che vivono ogni genere di povertà (materiale, culturale, di etnia, di religione, di cittadinanza). Ai cittadini europei parliamo, perciò, prima di tutto di “Comunità europea” cercando candidati che comincino una lotta verso tale obiettivo irrinunciabile. Se prima verrà la persona, il resto sarà a portata di mano.
    gilberto

Leave a comment

Your email address will not be published.


*