Ancora GUERRA! Tutta la costa meridionale del Mare Nostrum è in rivolta. La Libia brucia sotto i colpi dei caccia amici e nemici.
Non siamo qui oggi per difendere una o l’altra parte, ma per difendere l’uomo dalla violenza generata dal desiderio di potere, quel desiderio che fa dimenticare ai grandi della Terra, che sotto le bombe non muore solo la diplomazia, ma muore gente in carne ed ossa, muoiono innocenti.
Siamo qui oggi per ribadire che i nostri governanti, continuandoci a mentire, si stanno macchiando e ci stanno macchiando del sengue di innocenti, perché chi paga è sempre la povera gente: uccisa, massacrata, usata, manipolata e il cui valore si riduce oramai all’oscillazione del valore del greggio. La loro sorte, la nostra sorte, non interessa i grandi della Terra, se non quando essa può servire gli interessi del dio mercato.
Il nostro governo oggi ha la gravissima colpa di rendersi partecipe di una delle più grandi menzogne del nostro tempo: la guerra umanitaria; non esistono guerre “umanitarie”, non esistono guerre “necessarie”; la guerra, e la violenza in genere, non può essere la soluzione ad ogni questione.
“L’Italia ripudia la guerra” recita la nostra costituzione; mentre i politici di tutto il mondo oggi sembrano prediligere la guerra come rapido mezzo per accordarsi e prendere la parte dei potenti, noi ribadiamo ancora una volta un chiaro NO a qualunque guerra.
Siamo stanchi delle menzogne, degli ipocriti e incoerenti attacchi “con responsabilità di proteggere”: proteggere chi? Proteggere cosa? Questo intervento umanitario appare sempre più come un “genocidio umanitario”. Siamo stanchi di essere ingannati dai governanti, continueremo a gridare che la colpa dell’attuale situazione del Mediterraneo è di anni di politica incosciente di tutti i Paesi dell’Europa, Italia in primis, che ha pensato solo a sfruttare un popolo e le sue risorse.
Siamo in piazza oggi per unirci e chiedere che il nostro governo fermi l’attacco militare in Libia e riapra le trattative per una soluzione diplomatica della questione, che abbia come scopo la salvaguardia della vita delle persone e il rispetto della loro dignità di uomini e non veda questi invece come il prezzo da pagare.
Pane Pace Lavoro, 2 aprile 2011