Manifestazione di Pane Pace Lavoro – Reggio Emilia, sabato 24 dicembre 2011, ore 17.00 via Emilia San Pietro.
In questo Natale guardiamo alla nostra società e ci chiediamo se il mondo non sia ormai diventato una “ditta universo”, poiché l’economia impera su tutto e tutti: nei rapporti tra le persone, nelle decisioni, nel lavoro e nell’educazione. Per noi il Natale è il momento in cui si ricorda la nascita di colui che mostrò la possibilità di una vita da vivere non nella solitudine dell’individualismo e del privato, ma nell’unità di una compagnia fra gli uomini, capace di costruire una società ed una convivenza più giusta. Una politica nuova è oggi una necessità vitale davanti agli occhi di tutti, una politica che scardini gli interessi di classi e corporazioni, una politica di attenzione all’umano e non di sopruso.
Davanti alle imposizioni dell’alta finanza torniamo, perciò, a pensare a che cosa domandare alla politica e ad unirci per chiedere insieme che chi ne ha il potere, dagli amministratori ai politici, passando per i datori di lavoro e per quanti dirigono la società civile, imposti il suo operato sulla giustizia e sulla libertà. Chiediamo quindi che si ricominci a pensare la politica da queste tre parole: pane pace e lavoro.
Il pane: osservando con lo sguardo limitato del nostro locale benessere, ci pare di andare verso uno sviluppo tecnico senza sosta; ma, alzando lo sguardo e allargando l’orizzonte, non possiamo non renderci conto del fatto che, per essere tale, questo nostro sviluppo deve produrre, altrove, distruzione sia naturale che umana.
La pace: le guerre di oggi hanno cause di “pane”, cause eco-economiche. Le guerre di cui il mondo è pieno sono solitamente precedute da embarghi violentissimi: gli eccidi africani, la spartizione coloniale della zona del Golfo, i massacri in Cecenia e i “golpe” latinoamericani. Allora, in nome di questo “ordine” mondiale, si interviene, contraddittoriamente, con le armi per portare la pace. La pace come sistema implica invece un distacco dalle armi.
Il lavoro: l’uomo lavora per produrre ciò che serve a lui e agli altri uomini, lavora per il bisogno intrinseco che ha di esprimersi in ogni azione con energia finalizzata, lavora per aiutare chi è più povero. Nella società attuale, se si vuole che l’uomo sempre più si realizzi, devono essere valorizzati e aumentati continuamente la responsabilità e l’impegno nel lavoro d’invenzione, soprattutto per le giovani generazioni, cioè in un lavoro che corrisponda alla scoperta dei veri bisogni e susciti lo sviluppo dei bisogni umani dell’umanità, con attenzione d’amore a tutto.
Sarà questo l’unico modo per poter affrontare l’attuale crisi economica senza dover schiacciare nessuno per mantenere i privilegi di pochi, gettando le basi di una società in grado di sostenere e valorizzare ogni sua componente.
Pane Pace Lavoro, Natale 2011
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