“E’ tempo di sommovimenti vasti e decisivi: tempo nel quale crollano equilibri che sembravano assestati e si formano equilibri nuovi: tempo davvero di “crisi”. Tempo, cioè, in cui tutto l’ordinamento del mondo viene assumendo forme nuove, strutture nuove: c’è un vasto rimescolamento nella scala dei valori: il mondo cerca un volto nuovo”. Così scriveva Giorgio la Pira nel 1952, e così anche noi, oggi, guardiamo alla nostra situazione politica e sociale.
Pane Pace Lavoro arriva a questa data dopo i tre giorni di “siesta” che ci hanno dato un’ottica nuova sulla Città, intesa come “cosa pubblica” come luogo di convivenza, dialogo e costruzione comune. Ma ci chiediamo oggi; quale responsabilità abbiamo davanti alle migliaia di siriani morti in una guerra “civile” sempre più all’ombra delle solite grandi potenze? Che prospettiva abbiamo quando la semplice difesa di un parco pubblico nasconde malessere represso ancora una volta con la violenza? Come rispondere ai tanti che perdono il lavoro, unica fonte di sostentamento, o che non l’hanno proprio mai trovato?
Ecco allora che, mentre gli otto affamatori si riuniscono nel pratino all’inglese, il popolo chiede che la politica si faccia carico dell’attesa della povera gente. La necessità è che ci sia rappresentanza e attenzione a tutti, dal nord al sud del mondo, da est ad ovest, il pluralismo deve potersi esprimere come unità, non certo con l’uniformità deviata della globalizzazione. C’è necessità di un lavoro culturale che sia davvero rivoluzionario in quanto chi governa si faccia servo dei più miseri e sofferenti della terra.
Assistiamo all’ennesimo incontro tra gli otto rappresentanti degli affamatori del pianeta, all’ennesima prova di incapacità dell’ONU esautorata da ogni decisione, mentre in Italia discutiamo ancora dei processi di Berlusconi e di tutte le sue rubirie. E’ ora che la politica, dai consiglieri di circoscrizione ai parlamentari europei, si faccia carico dell’ingiustizia sociale che dilaga in morti, disperazione e solitudine dell’uomo con il suo bancario assetato di credito.
E’ ora di politiche per l’uomo, per il lavoro, per l’equità sociale, la scuola e la sanità. Non vengano a raccontarci che i sodi non ci sono! Il denaro c’è, ma va condiviso!
Pane Pace Lavoro 17 giugno 2013
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