Il colpo di coda

Pane Pace Lavoro non ha mai sostenuto il governo di Mario Monti. Abbiamo, soprattutto, sempre criticato il tecnicismo di un potere oligarchico e finanziario. Infatti la Tecnica si basa su presunti dogmi, come la fine della politica, l’inutilità della democrazia e la riscoperta capacità di governo dell’oligarchia, che dobbiamo contrastare facendo pieno uso della ragione e dell’azione.

La fine ormai prossima dell’attuale Governo non nasce, però, da una necessità di rivalsa della politica o di sentimenti di giustizia. L’attuale crisi di Governo è frutto del colpo di coda del vecchio imperatore, Silvio Berlusconi, che tenta in tutti i modi di salvare il suo potere e i suoi interessi, appoggiato dall’inettitudine di parlamentari così affezionati alla loro sedia da non riuscire, in oltre un anno di governo tecnico, a fare una nuova legge elettorale.

Salvare il posto, anche a costo di affossare l’intero Paese, è ormai l’unico interesse di una casta spaventata dal conto che ora la Storia presenta. L’attuale crisi, la mancanza di lavoro, il crollo nel livello dell’istruzione e, soprattutto, la mancanza di prospettive per il futuro sono il frutto di anni di miopia, corruzione e inettitudine del sistema politico. E’ vergognoso che un uomo che è stato al potere per un ventennio spingendo il Paese nel baratro si ripresenti ora come salvatore della Patria ed estraneo al disastro in atto.

Non crediamo in partiti corrotti, non appoggiamo coloro che della critica hanno fatto il punto fondamentale del loro programma politico (che riteniamo pericolosamente carente culturalmente, assordantemente silenzioso su politica estere e immigrazione, oltre che altamente incapace di dialogo), né confidiamo in miliardari che improvvisamente si preoccupano dei poveri.

L’Italia, così come l’Europa, si trova davanti al bivio decisivo. Il conto che anni di malgoverni ci hanno lasciato si riassumono in disoccupazione, paura e chiusura. Riteniamo che l’unica prospettiva per un futuro migliore già oggi sia una rivoluzione culturale che ripeta che il fine della politica è l’uomo. Siamo davanti a un momento gravissimo nella Storia dell’umanità carica di tensione sociale in tutto l’Occidente e focolai di guerra in ogni regione. Parlare di politica fatta per il pane, la pace e il lavoro non è utopia da idealisti ma urgenza ideale e operativa.

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