Il Natale dovrebbe ricordare la nascita di un uomo, Gesù, che fu uomo della vera buona volontà, della bontà, della pace, della giustizia e dell’amicizia tra gli uomini. Purtroppo, immersi nelle luci della festa, nei regali e negli auguri ormai svuotati del loro contenuto, pare che abbiamo da tempo dimenticato tutto questo.
Converrebbe, allora, per ricordare la nascita di quell’uomo, almeno fermarci a pensare che l’unità con gli altri nella nostra vita non è un fatto accessorio e buonista, ma una necessità per la nostra stessa felicità.
Vivere ripiegati su noi stessi e sul nostro interesse non ci porta alla felicità, ma solo ad una passeggera soddisfazione di piccoli bisogni.
Come si dettaglia tutto ciò nella vita della società? Con una parola possiamo dire che la vera giustizia sociale sta nell’accoglienza, cioè nell’uso delle cose che ognuno possiede che tenga conto dell’eguaglianza di tutti gli uomini.
Solo ripartendo da questo si potrà impostare un’azione politica che miri all’edificazione di un mondo più giusto, meno violento, costruito su politiche non aggressive, capace di garantire luoghi di pace per ciascun uomo, nessuno escluso.
L’augurio, anche in questo Natale, è di continuare la lotta per l’uomo e per la sua felicità, abbattendo muri, preconcetti, pregiudizi e tutto quanto separa le persone, per ridire a tutti che siamo parte di una stessa realtà, di un unico mondo, che ci è dato e di cui siamo responsabili, per la nostra vera realizzazione.
Martedì 24 dicembre 2019
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