In occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica

L’elezione del Presidente della Repubblica Italiana è un momento molto importante nella vita del nostro Paese: non si tratta infatti di eleggere un uomo secondo trame ed equilibri di partito, ma si tratta di scegliere colui che dovrà, come dice la Costituzione “rappresentare l’unità nazionale”.

Ma cosa è l’unità nazionale? Come fa un uomo a rappresentare tutti, come fa ad essere il Presidente di tutti? Noi riteniamo che l’equilibrio dei diritti debba necessariamente passare per la libertà di ogni uomo, ma che questa non possa non tenere conto che ciascuno di noi è inserito in una società fatta di persone le quali, nessuno escluso, deve poter avere gli stessi diritti; occorre quindi scegliere, a capo del Paese, un uomo che agisca sempre, almeno tentativamente, guidato da un’adesione esistenziale a tutta l’umanità. Per noi “l’altro profilo” che tutti invocano per il candidato a Presidente non può che essere l’umanità.

Una precisazione però è doverosa: non si tratta di giustificare tutto, non si tratta di accogliere ogni idea di società. Parafrasando La Pira potremmo dire che occorre scegliere un uomo capace di essere fermo davanti alla scelta di “un certo tipo di stato e di democrazia, un certo tipo di vita comune che non coincide, invece, con un altro tipo di vita comune”, la quale non permette a tutti di partecipare allo stesso modo alla società. Purtroppo, oggi la scena politica italiana è piena di proposte sovraniste ed individualiste.

Occorre scegliere un uomo capace di dirimere le questioni politiche del nostro Paese secondo i più alti ideali di giustizia sociale, in grado di servire il bene comune collaborando alla società secondo giustizia e libertà. Un uomo che non permetta che la società si atrofizzi a causa delle ingiustizie, dei particolarismi, degli individualismi e degli egoismi, fossero anche nazionali. Lo slogan “prima gli italiani” rimanda ad un concetto di politica che noi vogliamo assolutamente condannare, perché basata sull’odio e sulla divisione, noi vogliamo “prima l’umanità, prima l’unità”.

Il neo eletto al Colle dovrà essere necessariamente un uomo che, davanti alle ingiustizie e al rischio di derive imperialiste antiche e moderne, sappia anche dire fermamente “no”. Un uomo che sia in grado di agire a tutela dei diritti dei più deboli e contro le tendenze sopraffattrici dei più forti. 

Vogliamo un Presidente capace di affrontare con umanità il dramma dei migranti che arrivano in Europa; questo è per noi di uno dei temi dai quali non si può prescindere nella scelta del nuovo Capo dello Stato. Egli dovrà infatti essere capace di guidare la politica verso la costruzione di una società basata sull’accoglienza dell’altro e sulla solidarietà, capace di superare l’egocentrismo delle politiche nazionaliste.

Rimaniamo perciò attoniti davanti ad alcune candidature che la classe politica ha esplicitato fino ad oggi come, solo per citarne alcune, quelle di Berlusconi, Frattini, Moratti, Gianni Letta e Tremonti. Esse ci appaiono non solo inadeguate, ma addirittura, qualcuna, anche vergognosa. Sono per noi inadeguate in quanto la loro idea di politica fino ad oggi non ha avuto la lungimiranza e lo spessore della ricerca del bene comune necessari all’azione della prima carica dello Stato. 

La stessa inadeguatezza, quindi, investe anche chi li ha proposti e chi oggi sostiene la loro candidatura. Di nuovo dobbiamo affermare che fino a quando i nostri politici non si renderanno conto dell’importanza del loro lavoro, fino a quando non avranno il coraggio di smettere di fare politica nell’ottusità della contabilità del voto e del potere, ci troveremo sempre davanti a persone inadeguate al ruolo che devono avere nell’interesse e nel rispetto di tutta la società.

In fine, proprio perché riteniamo che la scelta del candidato alla Presidenza della Repubblica non possa prescindere dalle caratteristiche umane e politiche che abbiamo espresso precedentemente e poiché crediamo che essa possa avvenire anche non necessariamente tra la cerchia di coloro che frequentano le ristrette stanze delle segreterie di partito, ma che si debba allargare a tutta la società civile, Pane Pace Lavoro suggerisce e propone la candidatura di Gian Guido Folloni, già Senatore e Ministro, quale prossimo Presidente della Repubblica Italiana. Confidiamo che egli, in virtù della propria storia e del proprio operato politico, potrà incarnare quegli ideali di giustizia e libertà necessari alla prima carica dello Stato, unitamente alla capacità di sostenere ed incoraggiare le attività civiche e private espressione di una società libera, guidata da uno Stato non accentratore.

Pane Pace Lavoro, 24 gennaio 2022

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