L’ingiusta condanna

La sentenza di condanna in primo grado a 13 anni e 2 mesi emessa conto Mimmo Lucano è una sentenza non solo estremamente ingiusta, ma anche estremamente grave.

In questi giorni non sono mancate le giuste riflessioni e commenti sul caso ed in molti interventi che abbiamo potuto leggere ed ascoltare si arriva spesso a contrappore diritto e morale o comunque il ragionamento che si suggerisce ai lettori è quello che essendovi probabilmente stato un illecito, per stessa ammissione di Lucano, il giudice avrebbe anche potuto non far rispettare la legge, in nome della valenza morale dell’operato dell’ex sindaco di Riace.

In realtà non è propriamente questa contrapposizione tra diritto e morale il tema centrale che riteniamo debba essere preso in considerazione: Mimmo Lucano non andava assolto nonostante la legge, doveva essere assolto secondo la legge. 

Lo spiega molto bene il professor Luigi Ferrajoli, quando, riferendosi a questa sentenza, dice che secondo il diritto “era ben possibile una pronuncia diversa, quanto meno nella determinazione della pena” e lo ribadisce anche Raniero La Valle quando parla di “crisi del diritto”.

Il caso di Mimmo Lucano mette in luce una realtà internazionale molto grave, ovvero che buona parte della politica e della società vedano la solidarietà come un accessorio, come un’azione di bontà e non come la loro stessa necessaria ossatura.

Questa sentenza va a minare ciò che di buono si era tentato di fare in termini di accoglienza ed integrazione: quel modello che avrebbe dovuto essere, secondo giustizia, riproposto ovunque è stato dichiarato non accettabile per la nostra società e questo è un fatto gravissimo al quale è doveroso opporsi fermamente. La sentenza del Tribunale di Locri sarà forse anche possibile secondo la legge, ma è allo stesso tempo ingiusta secondo la medesima legge.

In uno Stato che fosse governato secondo giustizia e libertà sarebbe inaccettabile una condanna all’umanità e alla solidarietà; da questo crediamo si debba partire per un giudizio che non riguarda più solo Mimmo Lucano, ma che deve necessariamente riguardare tutto il nostro sistema di convivenza, per rifondare la società sulla cultura della solidarietà, dell’accoglienza e dell’integrazione.

La storia di Mimmo Lucano è la storia di tanti uomini e donne che sono stati ingiustamente accusati e vengono ogni giorno accusati per il loro giusto agire nel mondo, alcuni di essi sono noti, altri, purtroppo, sono e rimarranno ignoti, ma tutti sono accomunati dallo stesso desiderio di giustizia che guida e sempre guiderà anche l’azione di Pane Pace Lavoro. 

Per questo oggi ci sentiamo e vogliamo essere accanto a Mimmo Lucano in questa battaglia, che lo vede volto di una lotta che deve essere combattuta da tutti, per non lasciare che la struttura portante della società venga disintegrata dall’individualismo dell’era moderna.

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