La miseria si vince scegliendo la pace

Il mondo oggi, mentre i nostri politici sembrano parlare solo di loro stessi, di alleanze di partito e del futuro delle loro fazioni politiche, si consuma sotto il peso della miseria. Migliaia di uomini, donne e bambini vivono di stenti da così tanto tempo che nella coscienza comune delle nostre società ormai questo sembra essere un fatto ineluttabile, ci siamo abituati a vedere popoli e persone in miseria, è diventato quasi un fatto naturale, una caratteristica di quei popoli, rischia cioè di lasciarci indifferenti. La miseria non è però una realtà naturale, è frutto di un certo tipo di azione politica, è frutto di una ben precisa e cosciente opera dell’uomo. Una società bisognosa è infatti necessaria ai potenti per sostenere ed accrescere il loro potere. Ogni grande potenza ha da sempre cercato una o più realtà da poter indebolire e soggiogare. Realtà a cui estendere la loro “influenza politica”, non in vista di un bene, ma solo come luoghi di sfruttamento. Così nacquero le colonie conquistate con le guerre, così le terre devastate dal più recente colonialismo economico e così oggi vi sono in corso centinaia di guerre civili volute dalle politiche economiche delle grandi potenze. Tutto ciò non ci può lasciare indifferenti, l’uomo che soffre non ci può trovare spettatori, dobbiamo essere i primi a costruire per ridare a questi nostri fratelli ciò che le politiche di sopruso dei nostri stati hanno tolto loro. Se davvero le nostre società vogliono combattere la miseria, che a parole tutti i politici sono pronti a deprecare, dobbiamo iniziare ad impostare delle politiche di pace e tutti noi dobbiamo chiedere ai nostri governi politiche di pace. La miseria infatti si vince preferendo la pace. Ma la pace non è solo l’assenza di guerra, va costruita a tutti i livelli: economico, politico, culturale, religioso e sociale. Esiste poi una miseria che, anch’essa opera di una precisa azione politica, si può vedere chiaramente anche nelle società in cui crediamo predomini il benessere. Il valore della persona, in queste società, è stato ridotto alla sua capacità di guadagnare o far guadagnare. Il lavoro, svuotato della sua caratteristica di partecipazione della persona alla società, è stato ridotto a puro rendimento economico. È necessario pertanto, per vincere la miseria e per dare alla società la forza di una rinascita che tenda alla giustizia e alla libertà della persona: – Non accettare la povertà materiale come un dato di fatto di alcuni popoli e non rimanere indifferenti davanti alla sofferenza dell’uomo. – Lavorare politicamente e a tutti i livelli della società civile per costruire realtà sociali in grado di opporsi al perpetrarsi della miseria. – Ricercare e sostenere quelle personalità che già oggi impostano la loro azione politica a servizio della persona. – Dare voce a quelle esperienze popolari in grado di fare ad ogni livello della società discorsi ed azioni di giustizia e pace.

 

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