la nostra vittoria è la presenza

L’editoriale dell’ultimo numero del nostro giornale ha affermato con forza e lungimiranza che la politica si sta riducendo a una pura lotta partitica in cui gli attori sgomitano per un minimo di visibilità; e, cosa ancor più grave, tutto ciò sta avvenendo in un clima generale così addormentato da apparirci normale.

Anche l’appello del Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno pare sia rimasto parola morta; egli diceva infatti che “non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte”.

Ora più che mai, in Italia, la scelta non può essere che quella di creare le condizioni per il voto dei cittadini; non vogliamo infatti continuare a rimanere muti spettatori di meschini giochi di potere o vittime di ricatti ideologici per ragioni di pura convenienza sociale, professionale e politica.

Desideriamo piuttosto agire con forza, libertà ed entusiasmo, senza alcuna ambiguità: la nostra vittoria risiede infatti nella presenza e nella proposta, ben al di là di qualsiasi effimero risultato elettorale.

Pane Pace Lavoro desidera perciò lanciare una sfida contro il pessimismo e l’assenteismo, contro chi non crede al recupero delle idee e contro chi non crede che libertà e democrazia siano la conquista quotidiana di ogni cittadino, e non appannaggio di pochi funzionari o burocrati.

E mentre i mass media ci inducono a parlare tra noi sempre degli stessi argomenti (“la televisione ha una forza da leone”, cantava Enzo Jannacci), i migranti continuano a morire vicino alle coste libiche o a essere respinti e torturati, come accade sempre più spesso anche nei paesi dell’America Centrale, in un sistema che, nel disinteresse generale, produce povertà, sfruttamento e morte.

Suonano lugubri le parole di Joe Biden, quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti d’America e secondo inquilino cattolico della Casa Bianca, quando nel suo discorso di insediamento il 20 gennaio scorso a Washington ha dichiarato di voler “ … combattere … rabbia, risentimento e odio, estremismo, illegalità, violenza, malattie, disoccupazione e disperazione …”. 

Se da un lato non possiamo biasimare questi generosi propositi, dall’altro ci chiediamo: da dove hanno origine, nel mondo, l’odio, l’estremismo, la violenza, la disperazione?  Chiediamolo a chi ha sofferto e soffre a causa delle guerre e delle ingiuste invasioni in Afghanistan, Cambogia, Corea, El Salvador, Iraq, Kosovo, Kuwait, Laos, Panama, Vietnam, Yemen e tanti altri luoghi del mondo.

Non basta appellarsi al senso di unità o al concetto ormai usurpato di democrazia; sono due parole che possono facilmente piegarsi all’interesse e alla convenienza di chi le pronuncia, tanto a Washington come a Roma.

Pane Pace Lavoro vuole andare in mezzo ai problemi degli uomini per sovvenire ai loro bisogni; vogliamo essere una presenza, una realtà che sia testimonianza di autentica giustizia e letizia, quella letizia che non è l’assenza di dolore e neppure l’assenza di errore: ma quella letizia che è la pace.

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