Referendum trivelle

Il referendum
Con questo referendum si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso ora possono essere rinnovate. Votando “sì” si impedisce che le concessioni in essere si possano rinnovare ed in questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni.

Un giudizio generale
Il referendum di per sé è una sconfitta del sistema politico, infatti in una situazione di politica sana questi temi non dovrebbero essere affidati ai referendum, ma a commissioni che seriamente e con cognizione di causa valutino questi aspetti tecnici.
Purtroppo si continua a chiedere alla gente di decidere su cose senza conoscerne bene le conseguenze, senza conoscere bene la materia ecc. Si fa molta demagogia, ma sempre meno politica e soprattutto sempre meno democrazia.
Veniamo inoltre interpellati su cose di poco conto o comunque molto limitate per far vedere che comunque la democrazia in Italia ancora esiste, ma per quel che riguarda le decisioni più importanti e nevralgiche sono i centri di potere che hanno l’ultima parola, comunque siano le volontà della gente e, a volte, anche le decisioni della magistratura. Basta prendere ad esempio la legge elettorale.
Fino a quando a guidare le decisioni politiche ci saranno finanza e potere al posto di giustizia e libertà, ci troveremo in una democrazia malata.
A questo proposito vi invitiamo a rileggere la pubblicazione “Per un’azione sociale e politica” che stampammo nell’anno 2000 e che a breve troverete anche sul sito.

Il voto
Il primo consiglio che vogliamo dare riguardo al voto è sicuramente di andare a votare, poiché l’indifferenza uccide la cultura, la società, la politica e nega la necessità dell’impegno per la giustizia e la libertà.
In secondo luogo suggeriamo che al referendum in questione si voti “sì”, in quanto ciò che appare è che ci si trovi di nuovo di fronte ad una questione puramente di interessi economici (le repubbliche fondate sul censo di cui si parla nella pubblicazione sopra citata) e che proprio a partire da questi interessi privati il governo abbia deciso di lasciare che le attuali concessioni fossero rinnovabili.

Italiani all’estero
Gli italiani residenti all’estero iscritti all’AIRE dovrebbe aver ricevuto a casa il plico contenente la scheda da votare e spedire (chi non dovesse averla ricevuta entro il 14° giorno dalla votazione in Italia, può richiedere al capo dell’ufficio consolare un duplicato). La scheda deve essere spedita entro il 10° giorno precedente la votazione in Italia e comunque non deve pervenire oltre le ore 16 del giovedì precedente la votazione.
Quindi per chi è iscritto all’AIRE deve spedire la scheda che ha ricevuto entro il 7 aprile.

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