Vincere la violenza edificando il bene

Pane Pace Lavoro desidera unirsi al coro delle voci che, in queste ore, stanno condannando i gravi atti successi nei giorni scorsi a Parigi. Condividendo il dolore delle famiglie delle vittime, vogliamo, di nuovo, gridare che non può esistere nessuna causa che giustifichi un’azione violenta commessa ai danni di un uomo.

In queste ore, ci sentiamo di dire – come per altro dichiarato dallo stesso Dalil Boubakeur, rettore della grande moschea di Parigi – che questa strage ha poco a che fare con la religione, come poco aveva a che fare con essa la strage del norvegese Breivik del 2011 fatta in nome del cristianesimo: non è il terrorismo di un popolo a devastare la nostra terra, ma la violenza aggressiva che pervade le nostre giornate e che, con estrema facilità, arma un uomo contro un altro uomo.

Questa strage ci riporta agli occhi, con la tragica irruenza del dolore, la situazione in cui oggi ci troviamo: una situazione di continua guerra che, subdolamente, è entrata nelle nostre case e nei rapporti che ognuno di noi quotidianamente intesse, stravolgendoli e devastandoli, rendendoci ogni giorno più individualisti, fratricidi e insensibili di fronte al male.

Non è sufficiente lo sguardo sbigottito di ognuno di noi quando accadono fatti come quelli che hanno sconvolto Parigi: dobbiamo essere consci che la drammaticità che oggi vive la capitale europea è, in molte parti del pianeta, la quotidianità per migliaia di persone (basti pensare a ciò che quasi contemporaneamente è accaduto in Nigeria). Davanti a questo massacro dobbiamo necessariamente riflettere sul fatto che ci siamo così abituati alla normalità della guerra che giudichiamo gravi ormai solo i fatti che accadono nella nostra Europa, siamo così abituati a sopportare l’ingiustizia che con il tempo l’abbiamo accettata come giustizia.

Il rischio più grande è ora rispondere alla violenza con altra violenza (poco importa che sia vendetta di persone o vendetta di Stato) e rimaniamo sbigottiti di fronte alle xenofobe dichiarazioni che in queste ore hanno riempito radio, tv, giornali e persino le aule del nostro Parlamento. Quei politici che si macchiano del gravissimo crimine di utilizzare anche questa tragedia per i propri fini propagandistici sono uomini infami, sono politici codardi, sono delinquenti e sono, proprio loro, tra le prime cause della violenza che insanguina tanto l’Europa come il resto del mondo.

L’unica soluzione alla situazione attuale è uno “stravolgimento” dei nostri rapporti: sempre più si rivela necessaria la nascita di comunità in grado di edificare un nuovo ordine politico, capace di costruire una società basata sulla giustizia e sulla libertà. Davanti al dolore rispondere con la violenza non è una soluzione, è una rappresaglia; la soluzione sta nel combattere le cause della violenza, non nel sopprimere intere popolazioni con il terrore e le armi.

Oltre al male, però, nel mondo esiste anche il bene. Ci sono persone che tutti i giorni riescono a vivere insieme, uomini e donne che ogni giorno agiscono superando le differenze di fedi, origine, situazione ecc. per edificare con la loro stessa vita un mondo più giusto. Guardando a queste persone possiamo affermare che la pace non è un’utopia, guardando a queste persone possiamo affermare che, nonostante tutto, nel mondo esiste una speranza presente.

 

Pane Pace Lavoro, 10 gennaio 2015

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