Siamo tutti americani. I morti di New York e di Washington erano impiegati e lavoratori, gente comune, statunitensi e gente di tutto il mondo. Per essi è il nostro dolore, quello di noi che viviamo e lavoriamo come loro; è per essi come lo è e lo è stato per le vittime di tutte le città bombardate dagli eserciti della nostra civiltà. Uccidere migliaia di persone che lavorano a Wall Street è insensato e sanguinario come sarebbe far saltare una fabbrica con tutti i suoi impiegati solo per colpire l’impresa in cui lavorano o come sarebbe, o è stato, bombardare Bagdad per eliminare il potere di Saddam Hussein. Ogni massacro è da ripudiare; anzi, lo è anche l’attentato contro un solo essere umano. In questo senso, sì, siamo stati colpiti tutti; e in questo senso, sì, “siamo tutti americani”.