Siesta 2008 – Conclusioni
Durante gli studi al liceo, una frase di Seneca mi aveva colpito; dice pressapoco così: “Noi spesso non osiamo agire, perché ci sembra che le cose siano difficili; invece, le cose sono difficili proprio perché…
Durante gli studi al liceo, una frase di Seneca mi aveva colpito; dice pressapoco così: “Noi spesso non osiamo agire, perché ci sembra che le cose siano difficili; invece, le cose sono difficili proprio perché…
Invece che “festa”, abbiamo chiamato “siesta” (cioè, dal castigliano: “riposo”) questo primo piccolo happening pubblico del PPL, di “Pane Pace Lavoro”. E questi tre giorni desiderano infatti proprio proporre, a tutti, un momento e un…
Siamo tutti americani. I morti di New York e di Washington erano impiegati e lavoratori, gente comune, statunitensi e gente di tutto il mondo. Per essi è il nostro dolore, quello di noi che viviamo e lavoriamo come loro; è per essi come lo è e lo è stato per le vittime di tutte le città bombardate dagli eserciti della nostra civiltà. Uccidere migliaia di persone che lavorano a Wall Street è insensato e sanguinario come sarebbe far saltare una fabbrica con tutti i suoi impiegati solo per colpire l’impresa in cui lavorano o come sarebbe, o è stato, bombardare Bagdad per eliminare il potere di Saddam Hussein. Ogni massacro è da ripudiare; anzi, lo è anche l’attentato contro un solo essere umano. In questo senso, sì, siamo stati colpiti tutti; e in questo senso, sì, “siamo tutti americani”.